L’occhio della montagna, di Sara Baume: tempo sospeso in Irlanda

L'occhio della montagna copertina

Nessun dialogo, la storia di Sigh e Bell non ne ha bisogno. Nelle circa duecento pagine che compongono L’occhio della montagna non vi è alcun accenno di discorso diretto, nemmeno una volta. Una peculiarità che cattura l’attenzione di chi legge soltanto dopo diverso tempo: nel mio caso, posso dire di essermene resa conto una volta superata la sessantina di pagine.

Nessun dialogo, eppure si percepiscono con distinta chiarezza i discorsi che spezzano le giornate di Sigh e Bell, due innamorati dall’animo solitario, indifferenti alle convenzioni sociali e impassibili di fronte ai legami di sangue o di amicizia. L’intera gamma di sentimenti che gli esseri umani sono in grado di provare Sigh e Bell la riservano l’uno all’altra. E a Pip e Voss, i loro due cani. Il rapporto che lega gli amanti si consolida e intensifica all’interno di una dimensione temporale sospesa, protetta dall’ombra del sicomoro che veglia sulla diroccata struttura che la coppia ha tramutato in casa.

Allontanatisi da Dublino, Sigh e Bell edificano una quotidianità privata, refrattaria a ogni  interazione umana. Il postino può lasciare lettere, buste e cartoline nella scatola di biscotti arrugginita che presidia il cancello d’ingresso, le password delle caselle di posta elettronica possono essere relegate all’oblio, i genitori possono continuare le proprie vite anche senza conoscere il nuovo indirizzo o numero di telefono dei figli. La scogliera, la spiaggia, il bosco e i sentieri sono tutto ciò che serve alla coppia e ai due cani. E poi c’è la montagna. La montagna che si erge solitaria accanto alla casa di Sigh e Bell, e che i ragazzi si ripropongono, a ogni anno che passa, di scalare almeno una volta.

L’ultimo fine settimana del settimo ottobre, dimenticarono di regolare gli orologi. Ebbero bisogno di tre giorni per rendersi conto del loro errore. Fu merito della campana dell’angelus. Poi presero la decisione di continuare così - di conservare l’estate, di dormire nelle mattine buie in cambio di un’ora di luce in più la sera. Decisero di creare un fuso orario apposito per la casa.
Sara Baume
Sara Baume
L’occhio della montagna

A ogni procrastinazione, la vita all’ombra del monte – o è una collina molto alta? – sfida un numero crescente di convenzioni. Sigh e Bell non lavorano, hanno sciarpe che appese a un bastone sostituiscono le tende della camera da letto, falciano il prato saltuariamente con un paio di cesoie, conservano ragnatele come arredi tra mura e soffitti, contemplano distaccati il disgregarsi di utensili, indumenti, pareti, vetrate. A ogni pagina, il mondo materiale che circonda Sigh e Bell si frantuma, in un inesorabile decadimento che angoscia il lettore ma lascia invece indifferenti e serafici i protagonisti de L’occhio della montagna.

Sara Baume ambienta nella sua Irlanda una narrazione eterea, dove gli spazi bianchi hanno la medesima forza delle parole. Lo stile di vita di Sigh e Bell è una costante ma tacita sfida a chi ne segue la storia. L’imperturbabilità degli amanti di fronte al disfacimento che li ammanta e avvolge genera uno spiazzante vortice di angoscia e incredulità, in un viaggio letterario che si lascia alle spalle un segno profondo e una ineluttabile malinconia.

Lo consiglio? Sì.

Casa editrice: NNE
Autrice: Sara Baume
Prima edizione: 2022
Prima edizione italiana: settembre 2022
Pagine: 208
Traduttrice: Ada Arduini