Piovevano uccelli, di Jocelyne Saucier: vita, morte e libertà

Piovevano uccelli recensione

Piovevano uccelli è un’intensa riflessione sul valore della libertà. Il saldo desiderio di affrontare gli ultimi anni di vita senza vincoli o limitazioni è ciò che sorregge tre anziani insediatisi nella vasta foresta canadese. In prossimità di un lago, tra un albergo fantasma e una piantagione clandestina di marijuana, Tom, Charlie e Boychuck conducono un’esistenza gioiosamente spartana.

Alle spalle di ognuno di loro riposa un passato famelico, fatto di ospedali, alcolismo e traumi. Boychuck, in particolare, è uno dei pochi sopravvissuti ai Grandi Incendi che nei primi del Novecento devastarono l’Ontario settentrionale. Uno “tsunami di fiamme che avanzava con un rombo infernale“, dal quale l’uomo, ai tempi solo un ragazzo, riemerse ammantato di leggenda. Diversi testimoni giurarono infatti di averlo visto farsi strada per giorni tra le macerie fumanti, apparentemente senza destinazione, sordo al mondo circostante.

È questa immagine, tratteggiata a ripetizione dai racconti degli altri superstiti, ad attirare una giovane fotografa nel regno in cui i tre anziani assaporano il proprio autoesilio. La donna vorrebbe sapere, indagare, inquisire, ma non è più tempo per Boychuck di offrire risposte. La sua baracca è vuota, fatta eccezione per un centinaio di tele dipinte nella solitudine dell’inverno. 

"La libertà è scegliere la propria vita."
"E la propria morte."
Questo è ciò che Tom e Charlie diranno alla visitatrice. Loro due messi insieme fanno quasi due secoli. Ottantasei anni Tom, tre di più Charlie, e pensano di potercela fare ancora per diversi anni.
Jocelyne Saucier
Jocelyne Saucier
Piovevano uccelli

Al silenzio imposto a Boychuck, Piovevano uccelli contrappone l’improvvisa restituzione della parola a Marie-Desneige, una minuta anziana alla quale un ospedale psichiatrico ha sottratto decenni di vita. L’arrivo della donna nella comunità clandestina è destinato a generare mutamenti radicali nelle vite di Tom, Charlie e della fotografa, ormai divenuta di casa tra i boschi. Ed è proprio in questa progressiva trasformazione che l’autrice fa confliggere speranza, autodeterminazione e amore, in un vortice narrativo che commuove  e ammanta il lettore sino all’epilogo.

Un romanzo stratificato, dal quale emerge con straordinario vigore la figura di Marie-Desneige, non a caso direttamente legata al vissuto di Joceline Saucier. La prima autrice canadese a entrare nel catalogo di Iperborea trascina con dolcezza il lettore in un immaginario che prende forma nel territorio di frontiera che separa poesia e realtà. Con personaggi che hanno eletto il libero arbitrio a unico principio ordinatore della propria esistenza, Piovevano uccelli propone senza retorica una splendida riflessione sul fine vita, la dignità e l’incedere della vecchiaia

Casa editrice: Iperborea
Autrice: Jocelyne Saucier
Prima edizione: agosto 2013
Prima edizione italiana: giugno 2021
Pagine: 224
Traduttrice: Luciana Cisbani