Strega, di Johanne Lykke Holm: un esordio potente candidato al Premio Strega Europeo

Strega

Strega è un’intensa esperienza sensoriale. Odori, suoni e percezioni tattili soverchiano il lettore, ottenebrandone i sensi e confondendone la mente. Reale e surreale si compenetrano in maniera costante, dipanandosi attraverso una prosa incalzante e a tratti poetica. Capitoli brevissimi si susseguono concitati, in un assalto che lascia smarriti eppure intrigati, privi di punti di riferimento ma disperatamente determinati a scoprire l’epilogo di questo viaggio letterario.

Chi si avvicina a Strega deve essere disposto a rimettere costantemente in discussione il significato di ciò che sta leggendo. Nel romanzo di Johanne Lykke Holm, il confine tra narrazione e allegoria si fa via via più labile con l’avanzare delle pagine. Ciò che leggiamo sta accadendo davvero nella vita della protagonista? Oppure è una visione onirica, un incubo etereo racchiuso entro il paesaggio delle Alpi?

Venivamo da posti diversi, ma avevamo la stessa età e gli stessi pensieri. Nessuna di noi voleva fare la domestica e nessuna voleva diventare una moglie. Eravamo state spedite lì per guadagnarci il pane, per diventare parte della società. Eravamo figlie di madri lavoratrici e padri invisibili che scivolavano lungo le pareti.
Johanne Likke Holm
Johanne Lykke Holm
Strega

Strega è un paese relegato a un angolo remoto della carta geografica. Un incrocio di meridiani e paralleli apparentemente impossibile, dove si erge un albergo brulicante di vita, ma privo di ospiti. Qui nove ragazze riordinano camere nelle quali non dorme nessuno, cucinano pasti che non sazieranno alcun essere umano, mettono in scena rituali domestici delle quali sono le uniche spettatrici. Una liturgia collettiva che raggiunge il suo climax in un’unica celebrazione: la visita all’Olympic Hotel di un gruppo di uomini.

Moderno racconto gotico incastonato tra le Alpi, Strega affronta il tema della condizione femminile imprimendo su carta molteplici forme di violenza. Tutte ammantate di un immaginario cupamente fiabesco; tutte tragicamente concrete.

Ogni notte pensavo al mio assassino. Immaginavo una sfilza di belle donne. Alle loro spalle una sfilza di donne brutte. Alle loro spalle le donne stupide, le donne intelligenti, le donne con le guance paffute. Vedevo donne orrende, donne vecchie, donne con le mani vuote senza anelli. Ero sicura che ci fosse un assassino ad aspettarci tutte.
Johanne Likke Holm
Johanne Lykke Holm
Strega

L’esordio di Johanne Lykke Holm travolge con il suo incedere, fatto di capitoli che spesso si concludono in tre o quattro pagine. Nonostante lo smarrimento che accompagna la lettura, soprattutto nelle battute finali, posare Strega risulta impossibile. La realtà tratteggiata dal romanzo vive di un magnetismo raro: lasciarsi alle spalle le vie di Strega è un’impresa disperata, una fuga che lascia stremati in egual modo lettori e protagoniste del racconto. 

Dopo aver chiuso il libro, le atmosfere del romanzo hanno continuato a generare un’eco potente nei miei pensieri. Un’esperienza di lettura intensa ed esigente, che seduce e avvelena. Una sirena letteraria che dopo aver condotto il lettore in mare aperto intona un canto spietato, la cui melodia invita a lasciarsi alle spalle l’ultima pagina soltanto per tornare a posare lo sguardo sulla prima.

Un esordio potentissimo.

Casa editrice: NNE
Autrice: Johanne Lykke Holm
Prima edizione: settembre 2022
Prima edizione italiana: aprile 2023
Stagione: Le Fuggitive
Pagine: 192
Traduttrice: Andrea Stringhetti